martedì 4 dicembre 2012

I Santi "medici" - San Luca

Anche se ai più come santi medici sono soprattutto noti i santi Cosma e Diamano, innumerevoli altri possono essere ricordati.

San Luca nacque ad Antiochia, da famiglia romana, il 10 A.D. e morì a Tebe nel 100. Ebbe la migliore educazione tra i quattro Evangelisti e divenne medico. Praticò anche la musica, la pittura e la scultura. Raccolse i migliori canti del suo tempo e a lui è attribuito il dipinto della "Vergine Maria" della basilica di Santa Maria Maggiore in Roma.

Non conobbe di persona Gesù ma si convertì al Cristianesimo attraverso San Paolo. Completò il suo Vangelo nel 63 dopo aver contattato tutte le persone che avendo conosciuto Gesù potevano essere utili per la stesura.

Ampliò la sua opera con il testo noto come "Gli Atti degli Apostoli" che rispecchia fedelmente nella descrizione l'epoca nella quale egli visse.





Dopo la sua morte, intorno al 350, i suoi resti mortali vennero portati a Costantinopoli per esservi sepolti.

Il bue con le ali è il simbolo di San Luca e così lo ritroviamo in molti soggetti filatelici come in questa emissione svizzera del 1960-63


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La pianta di ALPINI

Trattiamo ancora di piante non medicinali ma direttamente legate a nomi di grandi medici. Questa volta parleremo dell'Alpinia che nel 1737 il naturalista Linneo dedicò all'italiano Prospero Alpinio, medico esploratore e botanico vissuto tra il 1553 e il 1617.

La specie "Alpinia" come flora spontanea è diffusa dalla Polinesia al Giappone fino alle Indie occidentali e orientali.

Viene anche coltivata per il suo bel fogliame decorativo e per il fiore variopinto; ma ricordiamo anche che un tempo la "radice di Galanga", nome col quale è anche nota, veniva usata nel mondo greco e successivamente arabo come stimolante e come aromatizzante.
La radice ha un odore vivace e aromatico e sapore alquanto amaro, pungente come il pepe e lo zenzero.

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 La vediamo qui raffigurata in un francobollo delle isole Samoa emesso nel 1969.


sabato 1 dicembre 2012

Uno sfortunato precursore

Non sempre un'idea, anche se eccellente, viene accettata.

E' questo il caso di Ferdinando Palasciano, chirurgo militare nell'esercito borbonico, nato a Capua nel 1815 e morto a Napoli nel 1891. 



Fu professore ordinario di Clinica Chirurgica presso l'Università di Napoli, poi deputato e successivamente senatore del Parlamento.


Ma noi lo vogliamo ricordare come tenace propugnatore dell'assistenza ai feriti di guerra, senza nulla togliere a Dunant scontato fondatore della Croce Rossa.



Pagò le sue idee con l'arresto di un anno quando, durante l'assedio di Messina del 1848, si rifiutò di obbedire al comando del generale Filangieri che aveva ordinato di non rispiarmare i feriti sul campo.

Seguirono anni di persecuzione ma continuò a perseguire nelle sue idee, rafforzato da ciò che poteva vedere sui campi di battaglia, cercando di ottenere un miglioramento nell'assistenza sanitaria delle truppe; le sue parole rimasero però inascoltate.

I tempi forse non erano ancora maturi per un'idea così nobile !

Quando nel 1864 grazie all'opera di Dunant venne indetta la conferenza di Ginevra per dar vita ad una istituzione permanente, il nostro Palasciano fu del tutto ignorato. A nulla valsero i suoi sforzi tesi a rivendicare quanto da tempo aveva propugnato, ma nonostante ciò mai fece mancare il suo appoggio alla nuova  iniziativa. 

Ricordiamo che fu sua l'idea di estendere la convenzione anche ai feriti in mare, ma quando ciò fu recepito all'interno dei trattati non restò traccia della sua figura.

Ma come tutti gli uomini di grande intelletto ed animo generoso, non inveì, non protestò ma continuò per il resto dei suoi giorni a difendere e a propagandare il principio così tenacemente perseguito.